Martedì, 29 Luglio 2025 21:50

RAEE urbani e RAEE speciali, i vantaggi di gestirli in un unico sistema

Nell'ottica dell'economia circolare è indispensabile creare sistemi il più possibile integrati ed efficienti. La strategia di Safe - Hub delle economie circolari.

I l sistema rifiuti va gestito in compartimenti stagni o in maniera integrata? La risposta può variare radicalmente dipendendo dall’ambito di ragionamento. Una rigida separazione formale può corrispondere infatti a un’integrazione operativa molto avanzata, senza che i due aspetti entrino in contraddizione. “Distinguere i rifiuti per tipo di origine è fondamentale, perché consente di applicare i giusti regimi di responsabilità e di garantire la tracciabilità” sottolinea Marco Ferracin, manager di Safe-Hub delle Economie Circolari.

“Allo stesso tempo però, se si vuole raggiungere il massimo potenziale di recupero, è indispensabile creare sistemi che siano il più possibile integrati ed efficienti. Nell’ottica dell’Economia Circolare non ha alcun senso vedere attività produttive, consumo domestico e gestione dei rifiuti come se fossero mondi separati e a sé stanti. Se puntiamo all’ecodesign, al riutilizzo e al recupero tutto è interconnesso, e pertanto va gestito in modo integrato”.

I Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) sono in realtà già parte di un unico sistema. Ferracin invita a tener conto che “nel conteggio dei rifiuti urbani rientrano anche i rifiuti generati da un gran numero di attività economiche artigianali e di distribuzione, così come indicato nell’allegato L quinquies del Testo Unico Ambientale. Analogamente, nei rifiuti speciali rientrano anche i cosiddetti rifiuti secondari, ossia rifiuti che derivano dal trattamento dei rifiuti e molto spesso sono di origine urbana”.

EPR: solo adempimento?

Su questo punto il manager di SAFE non ha alcun dubbio. “La Responsabilità Estesa del Produttore dei RAEE - dice -, concepita per organizzare, rafforzare e migliorare le filiere del recupero dei rifiuti urbani, può diventare un importantissimo volano per migliorare i risultati ambientali dell’intero sistema rifiuti, arrecando benefici collettivi che coinvolgono sia i cittadini che le aziende. È però importante andare oltre la mera logica dell’adempimento. Il contributo ambientale non deve essere percepito come una tassa, ma come il fee di partecipazione a un circuito che produce vantaggi a tutto campo. Grazie a un’adeguata sinergia tra le imprese produttrici del rifiuto e gli operatori del recupero - continua Ferracin -, si possono fare meraviglie. Questa è la ragione per cui noi di SAFE non percepiamo i consorzi di produttori come grigie entità burocratiche, che si limitano sostanzialmente a fare un lavoro di passacarte, bensì come snodi vivi posti al servizio di chi produce e di chi consuma, hubs che rendono possibile un ecosistema dove ogni output diventa un input, con l’obiettivo finale di minimizzare, se non di azzerare, i rifiuti avviati a smaltimento”. Ma cosa significa questo nel concreto? “I consorzi di produttori possono sfruttare la dimensione circuitale del loro lavoro per offrire servizi a 360°. Non per fare profitto, ovviamente, perché svolgono attività di utilità collettiva e i loro statuti sono non profit, ma per massimizzare quantità e qualità dei risultati ambientali e per ottenere risorse da reinvestire nella circolarità”.

Tre linee d’azione per massimizzare la circolarità delle imprese

“Il primo servizio che offriamo a tutte le aziende consorziate del nostro circuito, che sono più di mille e in buona parte dedite alla produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, è il check della loro gestione dei rifiuti. Gli stoccaggi temporanei di rifiuti devono rispettare determinati requisiti. I rifiuti innanzitutto devono essere a norma e vanno classificati con i corretti codici EER. Vanno poi stoccati in aree idonee, in contenitori conformi ed etichettati. La documentazione correlata va curata impeccabilmente, perché a volte bastano piccoli errori a provocare sgradevoli conseguenze che sfociano in sanzioni amministrative o penali; quando invece la gestione documentale è corretta, non solo si evitano rischi e si creano efficienze, ma è anche possibile dimostrare in quali aree produttive si formano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali, ottenendo in questa maniera sconti alla TARI (tariffa rifiuti urbani)”. “Il secondo servizio è il ritiro ed avvio a recupero dei rifiuti speciali generati dalle attività produttive, facendo fattor comune con le filiere generate grazie alla Responsabilità Estesa del Produttore, che sono filiere che noi monitoriamo, verifichiamo e certifichiamo, per fare in modo che il recupero sia efficace, effettivo e di qualità. Sommando il flusso dei rifiuti urbani con quello dei rifiuti speciali, riusciamo ad applicare al sistema scale di funzionamento superiori, e ciò consente maggiori investimenti tecnologici e applicazioni di trattamento più raffinate, che portano a recupero frazioni che fino a oggi venivano immancabilmente avviate allo smaltimento”. “Il terzo servizio”, continua Ferracin, “è la rottamazione fiscale delle giacenze di magazzino, un’attività che portiamo avanti da oltre dieci anni. Le aziende ce la chiedono sempre più spesso, non solo perché apprezzano la nostra assistenza fiscale ma anche perché sanno molto bene che affidarsi a filiere certificate e verificate ha un’importanza cruciale. Infatti, la responsabilità della corretta gestione del rifiuto ricade sempre su chi lo produce, anche quando i rifiuti sono usciti dal cancello dell’azienda”.