Wiko, la casa francese che aveva come claim “il lusso democratico”, ha lanciato da pochissimo il View 3, con il nuovo motto “life never sleeps”. Il nuovo flagship ha un prezzo di listino molto aggressivo (appena 179 euro) per una dotazione di 64Gb di ROM e 3 di RAM. Lo abbiamo provato nella colorazione “electro-bleen”, ma si trova anche in oro e blu notte.
Ad un primo sguardo ricorda molto lo Xiaomi Redmi Note 7 e il Samsung Galaxy A7. Sia come peso che come dimensioni. Lo schermo ha un notch a goccia ed è da 6,26”, con un’abbondante cornice nera ai bordi.
La sensazione al tocco non è male, trasmette un’idea di solidità nonostante le rifiniture della scocca posteriore. Purtroppo il connettore è ancora di tipo micro-USB. Nella confezione troviamo il caricabatteria e un paio di auricolari. Questi ultimi non proprio di qualità eccelsa, forse una custodia in silicone sarebbe stata più gradita.
All’accensione notiamo una buona luminosità così come la resa dei colori del display, anche durante la prima configurazione. L’app che fornisce Wiko per trasferire i contenuti dal nostro vecchio smartphone non è molto intuitiva e ci siamo persi qualche pezzo per strada. Inoltre, una volta entrati nell’ambiente software, ci accorgiamo che non hanno abbandonato la brutta abitudine di “farcirlo” con tante app – gratuite e scaricabili in un secondo momento - delle quali si potrebbe tranquillamente fare a meno. La navigazione tramite gesti è poco intuitiva: un pulsante virtuale centrale dovrebbe consentirci di muoverci tra una schermata e l’altra, ma abbiamo impiegato qualche minuto a comprenderne il funzionamento.
La tripla fotocamera posteriore ha una lente principale da 12MP, una grandangolare da 13MP e una di profondità da 2MP. La selfie-camera è da 8MP. Le foto sono gestite da un’intelligenza artificiale. Abbiamo provato un paio di scatti in esterna e non sono male, il sensore è comunque della Sony, ma per quanto riguarda gli interni non riesce a gestire la scarsa luminosità.
La fruizione dello streaming video è di qualità discreta, l’audio è stereofonico anche se totalmente carente di bassi. Per quanto riguarda il gaming, i 3Gb di RAM e il processore Mediatek Helio P22 fanno da collo di bottiglia per qualunque gioco abbia una grafica 3D decente.
Sul banco di prova di AnTuTu (l’app che utilizziamo per confrontare gli smartphone in maniera oggettiva) otteniamo un punteggio di appena 76.071. Il 90% dei competitor batte la CPU di questo telefonino, che però sembra avere la propria rivalsa sulla grafica superando il 60% degli avversari. L’esperienza dell’utente è disastrosa: solo il 10% degli smartphone in circolazione fa peggio. La memoria non va meglio, facendosi sorpassare dal 75% degli altri telefoni. Una cosa si salva: l’autonomia. Con la batteria da 4000 mAh abbiamo superato le 12 ore di schermo acceso. Anche se Wiko promette una durata di 15 ore di navigazione on-line.
Dal punto di vista delle emissioni SAR (l’inquinamento elettromagnetico), questo device genera appena 0,248 W/kg per la testa e 1,089 W/kg per il corpo. Valori abbondantemente al di sotto delle soglie massime europee (2 W/kg).
Volendo individuare un target di utenza per questo smartphone, dato il prezzo e le caratteristiche, lo consigliamo come primo telefonino per adolescenti, o per un tipo di clientela più matura che ha pochissime esigenze in termini di utilizzo. Per tutti gli altri, il prodotto rischia di essere obsoleto dopo poco tempo. Il prezzo di lancio è buono, ma 4Gb di RAM anziché 3 avrebbero fatto la differenza. Inoltre si scontrerà inevitabilmente con i due telefoni citati a inizio articolo, ai quali somiglia molto, anche come street price, ma che gli sono indubbiamente superiori.