E’ disponibile anche in Italia Galaxy A13, il nuovo “entry level” di Samsung. La casa coreana continua a far evolvere il suo smartphone più economico, ormai diventato a tutti gli effetti un medio di gamma dalle caratteristiche interessanti. Partiamo da una delle novità più clamorose (ma stavolta in senso negativo): aprendo la scatola non si trova più il caricabatteria da parete. Solo un cavo, per giunta con ingresso Type-C su entrambi i lati, fattore che costringerà la maggior parte dei consumatori ad acquistare un nuovo adattatore per la corrente. Quando Apple iniziò a togliere questo accessorio dalla dotazione dei suoi iPhone venne dichiarato che il motivo era quello prettamente “ecologico”: perché inserire nella scatola un oggetto che già tutti hanno in casa? Questo concetto poteva sicuramente condivisibile. Ma allora perché cambiare anche l’entrata del cavo, rendendo di fatto inutilizzabili i milioni di adattatori già presenti in tutte le case? Un mistero che si infittisce.
I top di gamma Samsung erano già stati inclusi tra i dispositivi venduti senza caricatore, ma questa è la prima volta che ciò accade con un modello di prima fascia. Un trend ormai segnato che sicuramente coinvolgerà presto tutta la gamma, a beneficio probabilmente dei produttori di accessori e di Samsung stessa che vedrà aumentare a dismisura il suo cross-selling.
Galaxy A13 si presenta come un telefono dalle dimensioni generose con i suoi 6,6 pollici di display FH+ con tecnologia TFT IPS, refresh rate a 60 Hz e notch a goccia centrale per la fotocamera. Il design di questo modello non passerà alla storia come uno dei più innovativi, mantenendo la stessa linea ormai tracciata da anni con la serie “A” di Samsung. Peso e spessore sono anzi leggermente aumentati nel tempo a causa della batteria da 5000 mAh integrata che influisce sulle dimensioni generali del telefono: dimenticatevi i modelli di una volta super sottili e leggerissimi.
I materiali sono quelli di un telefono di prima fascia: scocca, frame e backcover sono di plastica. Il lato positivo è che il telefono è meno soggetto a rotture in caso di caduta sulla parte posteriore, al contrario dei modelli in vetro che risultano bellissimi da vedere ma anche fragili.
Doppia SIM con possibilità di espansione MicroSD sul lato, tasto accensione con rilevamento dell’impronta digitale nella parte destra, connettore ricarica e jack cuffie in basso completano la dotazione intorno alla generosa scocca (no, in questo caso non si tratta di un complimento).
Analizzato contenuto della confezione, aspetto estetico e caratteristiche presenti sul frame, andiamo a dare un occhiata da vicino a cosa nasconde al suo interno lo chassis di Samsung A13.
Due dotazioni di memoria: la versione da 64 GB costa 199 euro di listino, mentre quella da 128 GB si trova a 219 euro. Novità sulla fotocamera, passata a ben 50 megapixel sul retro e rimasta in compagnia di altri 3 obiettivi dedicati a macro, panoramica ed effetto bokeh sui ritratti. Tante caratteristiche formano tutte insieme uno dei migliori modelli sotto i 200 euro per quanto riguarda il comparto foto e video: HDR automatico, zoom digitale 10x, auto focus in movimento, ultragrandangolare con focale 2,2 e modalità “Pro” per predisporre tutto in manuale. Anche il software è stato aggiornato e Galaxy A13 arriva sul mercato già con Android 12 pre-installato e la nuova interfaccia grafica UI 4.1 della casa madre come personalizzazione estetica.
Il processore centrale è un Octa-Core Exynos 850 a 2 GHz, non certo un mostro di velocità e potenza. Il cuore di questo telefono è progettato per essere efficace quasi esclusivamente durante l’utilizzo quotidiano e nelle mansioni più comuni: email, whatsapp, social network. Nello scrolling delle pagine su Chrome e durante l’esperienza generale sulla home page si notano molte incertezze di caricamento dovute proprio al SoC dalle performance di basso livello. Per app e programmi più impegnativi serve sicuramente una spinta maggiore e un processore più veloce. Scordatevi quindi di aprire video in streaming in pochi istanti, fare videogiochi 3D in modo sempre fluido o elaborare un video in pochi secondi.
La RAM è di 4 GB, come il modello precedente della medesima serie e sicuramente meglio dei telefoni “primo pezzo” Samsung di pochi anni fa che montavano 2 o 3 GB di RAM, ma d’altra parte anche il prezzo di listino è lievitato nel tempo. A prescindere dal processore e dalla sua unità grafica, anche i 4 GB di RAM iniziano a stare stretti ad Android 12 e tutte le sue funzionalità: parliamo veramente del cosiddetto “minimo sindacale”. Samsung ha accettato qualche compromesso, chiaramente. Per tenere il prezzo più basso e dare così un’alternativa rispetto alla concorrenza agguerrita che arriva dalla Cina sono stati fatti dei sacrifici in termini di hardware: oltre alla dotazione ridotta all’osso, via il modulo 5G e altre caratteristiche meno evidenti. Per esempio la ricarica “veloce” si ferma a soli 15W, con un ciclo completo in quasi un’ora di tempo.
Quella che rimane ancora la vera forza di Samsung sono tutti i suoi servizi integrati del sistema operativo, la sua interfaccia e la semplicità di migrazione tra i suoi dispositivi. I valori SAR che indicano l’emissione di inquinamento elettromagnetico sono sotto la media, con 0,367 W/Kg alla testa e 1,390 W/Kg sul corpo.
Concludendo la nostra analisi sul nuovo Galaxy A13, possiamo affermare che la concorrenza nella fascia entro i 200 euro ha sicuramente giovato all’intero settore, costringendo anche la casa coreana a evolversi e proporre smartphone con caratteristiche sempre migliori: questo modello ne è la conferma, pur con tutti i suoi limiti e difetti.
PRO
- Software e ambiente Samsung
- Fotocamera di tutto rispetto
- Arriva già con Android 12 e UI 4.1
CONTRO
- Soffre con le app più complesse
- Niente adattatore per la corrente
- 4 GB di RAM iniziano a stare stretti
- Design troppo riciclato e anonimo