I cellulari con funzionalità basiche - i cosiddetti dumbphone - sono un segmento di nicchia che sta crescendo. Chi li acquista vuole interrompere la dipendenza tecnologica, risparmiare o semplicemente ha solo bisogno di fare e ricevere telefonate. Con il dumbphone, letteralmente ‘telefono stupido’, chiamato così per contrapposizione con ‘l’intelligente’ smartphone, principalmente si telefona e si mandano messaggi; niente se paragonato alle innumerevoli applicazioni dei nostri dispositivi smart. E per di più non si possono usare i social: questi cellulari non hanno accesso a Internet, ai social media, il loro design è essenziale e la batteria può durare anche un mese. Quello che viene indicato come un nuovo trend nel mondo dei telefonini arriva dagli USA, dove i dumbphone - che rappresentano circa il 2% del mercato complessivo di cellulari - registrano un andamento stabile con una leggera crescita, in contrasto con i risultati negativi degli smartphone che, secondo le previsioni, chiuderanno il 2023 con una diminuzione di vendite del 6%.
Risparmio e detox digitale
Può sorprendere il fatto che siano i consumatori più giovani ad acquistare i telefonini semplici, i Millennials e la generazione Z: vedono in questa soluzione uno strumento e un aiuto per disintossicarsi dalla dipendenza da Internet e social. Oltre ad assorbire parecchio del nostro tempo, da cinque a sette ore al giorno di media, essere connessi senza soluzione di continuità può diventare una vera e propria malattia: la nomofobia (acronimo di ‘no mobile phobia’), ossia il timore ossessivo di non essere raggiungibile al cellulare, che colpisce prevalentemente i giovani tra i 18 e i 25 anni. Chi soffre di questo disturbo può vivere veri e propri attacchi di panico, mentre secondo una ricerca dell’ente governativo inglese YouGov, il 53% degli utenti di telefonia mobile tende a manifestare stati d’ansia quando per vari motivi - batteria scarica, credito terminato, assenza di copertura di rete - teme di non poter usare il cellulare. I telefonini ‘semplici’ potrebbero rispondere anche ad altri bisogni, ad esempio semplificare i costi per le aziende (i prezzi di questi dispositivi partono da 20 dollari circa); e potrebbero incontrare le esigenze di quei consumatori che vogliono usare il cellulare solo per effettuare o ricevere chiamate. Anche i mercati di alcuni paesi in via di sviluppo, dove la connessione Internet non è pienamente efficace, potrebbero rappresentare un interessante piazza di sviluppo per questi prodotti basici ed economici. A patto di alcuni aggiornamenti.
Semplici, ma al passo con le nuove abitudini di una vita digitale
La necessità di liberarsi da una dipendenza tecnologica non è una condizione che affligge tutti gli utenti di smartphone. Alcuni ricercano un dispositivo più semplice ed essenziale, più adatto alle personali esigenze di utilizzo, senza però essere ‘tagliati fuori’ dal mondo, rinunciando alle comodità che le tecnologie digitali ci offrono abitualmente, come ad esempio i pagamenti contactless. Dunque, cellulari ‘stupidi’ sì ma dotati di funzioni al passo con gli attuali stili di vita: questa è l’evoluzione che potrebbe segnare un cambio di passo nel destino di questi dispositivi, ampliando le possibilità di crescita del mercato. L’integrazione della tecnologia ‘eSIM’ (sostituisce l’uso di una SIM fisica) potrebbe aprire a una nuova modalità di utilizzo, in cui un telefonino ‘semplice’ diventa un dispositivo complementare dello smartphone principale, da usare quando si preferisce lasciare al sicuro il prezioso e costoso super-cellulare. Con nuove funzionalità, irrinunciabili in un mondo digitale, i telefonini semplici potrebbero diventare una interessante alternativa per un uso quotidiano, al sicuro da tentazioni social, da portare a scuola o in ufficio. (l.c.)